Le sculture sottili e smaterializzate di Gerald Moroder sono costituite della stessa roccia rossa di porfido del Monte Rasciesa, alle cui pendici sorge Ortisei. In questa sua ricerca sono i materiali di terra a essere posti in primo piano, quasi privilegiati per la loro intatta forza d’urto con l’immagine della realtà e dell’uomo contemporaneo.
Chiara Canali
2011
L’opera di Gerald Moroder è pervasa da una tensione vitale e da un connaturato anelito. Le sue figure, scarnite ed essenziali, sono protese verso un altrove, in cerca di una via, di una rivelazione. Sono immagini dell’essenza umana, figure senza tempo, prive di connotati che le colleghino ad uno spazio e ad un’epoca.
Anna Lisa Ghirardi
2017
Come si fa a non pensare al legno? Un giovane, oltre i quaranta, che matura artisticamente in quelle pendici splendide della Val Gardena che ha il coraggio di non usare il legno. Gerald Moroder cresce in quel luogo incantato ma è figlio di una cultura nuova, neofita contemporaneo, che osa, sperimenta, muta. La materia scelta dall’artista è composta e plasmata dalle sue mani, è il medium attraverso il quale esprime il suo sentire. La sua montagna è in quelle paste inedite fatte di pietra, di terra, di sabbia, di ferro...
Laura Orlandi
2019
Un interrogativo pervade il lavoro di Gerald: Cosa c’è prima della materialità tangibile?
Pare intento a varcare il confine del razionale, del hic et nunc, per lasciarsi trasportare dall’irrazionalità. È una sorta di esigenza recondita di ricondursi all’arché: il principio fondamentale....
Marco Forni
2016
Sono la materia e il concetto più sublime dell’Essere a rappresentare allo stesso tempo poetica e fonte ispiratrice di Gerald Moroder.
Patrick Pii
2014
Moroder plasma l’unicità delle sue inconfondibili creazioni con personali e ricercati impasti, in un continuo meraviglioso e accattivante crescendo di eleganza artistica, di connubio poetico di perfetta anatomia e romantiche posture, modellato nella più alta classicità del mondo dell’arte contemporanea.
Alberto Lavit
2019